donderdag 21 januari 2010

"Er moet een eind komen aan de kwade trouw, de vooringenomenheid en, om het maar bij z'n naam te noemen, de desinformatie als het gaat om Benedictus XVI..."

De bekende Franse joodse filosoof en journalist Bernard-Henri Lévy verdedigt in de Corriere della Sera van gisteren de "zondebokken" Pius XII en Benedictus XVI.

Citeren we alleen de laatste regels van het korte artikel (dat het verdient helemaal gelezen te worden):
Per ora, dobbiamo per esattezza storica precisare che, prima di optare per l'azione clandestina, prima di aprire, senza dirlo, i suoi conventi agli ebrei romani braccati dai fascisti, il silenzioso Pio XII pronunciò alcune allocuzioni radiofoniche (per esempio Natale 1941 e 1942) che gli valsero, dopo la morte, l'omaggio di Golda Meir: "Durante i dieci anni del terrore nazista, mentre il nostro popolo soffriva un martirio spaventoso, la voce del Papa si levò per condannare i carnefici".
E per ora, ci si meraviglierà soprattutto che, dell'assordante silenzio sceso nel mondo intero sulla Shoah, si faccia portare tutto il peso, o quasi, a colui che, fra i sovrani del momento: a) non aveva cannoni né aerei a disposizione; b) non risparmiò i propri sforzi per condividere, con chi disponeva di aerei e cannoni, le informazioni di cui veniva a conoscenza; c) salvò in prima persona, a Roma ma anche altrove, un grandissimo numero di coloro di cui aveva la responsabilità morale. Ultimo ritocco al Grande Libro della bassezza contemporanea; Pio o Benedetto, si può essere Papa e capro espiatorio.

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